mercoledì 31 ottobre 2012

Natura > Isola di Capraia (Italia, Li)

Isola di Capraia (Italia, Li)

C’è una piccola isola nel Mar Tirreno che è un vero gioiello. A sole due ore di traghetto da Livorno, Capraia è un piccolo paradiso per chi cerca tranquillità e vuol immergersi in una natura che pare in alcuni punti ancora incontaminata. A favorire un ambiente a misura d’uomo è anche la quasi totale assenza di auto e di strade. L’isola è praticametne pedonale. Per raggiungere qualsiasi accesso al mare è necessario camminare per piccoli sentieri o usare un mezzo via mare. Questo scoraggia il turismo di massa, quello chiassoso, e favorisce quello di nicchia, fatto di amanti del trekking e dello snorkelling. Lungo i numerosi sentieri, che corrono ai bordi di pendii scoscesi e di antichi  terrazzamenti coltivati, si aprono panorami mozzafiato verso la altre isole dell’arcipelago toscano e verso la Corsica. Camminare anche per ore inondati dal sole e circondati dal silenzio è faticoso, ma ripaga i sensi. Raggiungere una caletta sperduta e fare il bagno è la giusta ricompensa per lo sforzo fatto.

periodo consigliato: primavera, estate 

per approfondire, consultare:



 

lunedì 15 ottobre 2012

Spiritualità > S.Antonio, Mueggen (Italia, Tp, Pantelleria)

S.Antonio, Mueggen (Italia, Tp, Pantelleria)

Adoro Pantelleria intimamente. Adoro l’isola dai contrasti forti, dai colori vivi, dalla luce accesa, dall’orizzonte alto verso la Tunisia, dai profumi che è facile ritrovare nelle bottiglie di passito e di moscato anche a migliaia di chilometri di distanza. Adoro il suo mare, i suoi ripidi terrazzamenti, il verde della sua montagna, i suoi sterrati di campagna, i suoi muretti a secco di antica fattura. La natura offre da sola ampi spazi che portano l’animo alla riflessione personale. Se poi ci si imbatte nelle deliziose chiesette delle contrade minori, si ritrovano angoli che sembrano fatti appositamente per incontrare Dio. Questa è l’impressione che ho tutte le volte che decido di arrivare fino alla piccola chiesa di S.Antonio. Bisogna andarci volutamente, decidere di iniziare una strada che man mano diventa sempre più piccola, spendere qualche minuto in più per una deviazione che però alla fine ripaga dentro. Immersa nei vigneti di uva zibibbo del piccolo altipiano di Mueggen e cinta da eucalipti, ulivi e oleandri, la chiesina, dal tipico intonaco bianco, si trova lì dal 1552, secondo la prime citazioni nei documenti presenti sull’isola. La costruzione assomiglia alla casa tipica dell’isola, il dammuso, e ne ricorda la forma. Unico elemento in più è la piccola campana posta in corrispondenza della croce in linea perfetta con la porta dal vivo colore azzurro e la finestrella, il solo punto da cui entra la luce all’interno. Fermarsi per qualche minuto seduti sulla ducchena esterna immersi nel silenzio è un’esperienza per animi sensibili. Qui Dio ti parla attraverso i sibili del vento.

periodo consigliato: tutto l'anno

per approfondire
Fragonara M., Piccola storia delle chiese e chiesette di Pantelleria, Arti Grafiche Campo - Alcamo (Tp), 2004
 


lunedì 8 ottobre 2012

Cultura > Bodie Ghost Town (USA, Ca, Bodie)

Bodie Ghost Town (USA, Ca, Bodie)

Sì certo, è vero, gli Stati Uniti hanno una storia di pochi secoli da raccontare e da tramandare. Eppure esiste. È il caso della città fantasma di Bodie che incarna non solo parte della storia più antica della California, ma anche i miti dell’immaginario collettivo, quelli della corsa all’oro e della vita delle piccole cittadine del Far West. Dal 1962 quel che resta della cittadina è riconosciuto come uno dei parchi statali californiani. Si raggiunge Bodie dopo una deviazione di circa 12 miglia dalla strada principale che scorre ai piedi della Sierra Nevada nel versante orientale. Percorrere questa strada, che diventa sempre più piccola e nell’ultimo tratto è addirittura sterrata, è come entrare in un’altra dimensione, come fare un salto indietro nel tempo. Posta su un piccolo altipiano proprio all’altezza di un passo battuto dal vento apiù di 2500 metri d’altitudine, Bodie si presenta oggi come una città impolverata e cristallizzata, rimasta esattamente com’era alla morte dell’ultimo suo abitante intorno alla metà degli anni ’40 del XX secolo. È questo il suo fascino. Fondata vicino a un giacimento di oro grezzo tra il 1859 e il 1861 da pochi minatori fra cui un tal William Bodey, nel giro di soli due decenni raggiunse i 10.000 abitanti. E per i suoi abitanti la cittadina aveva servizi di vario genere. Era dotata di banche, di una scuola, di diversi centri di culto, di numerosissimi saloon, di una prigione, della sede di un giornale, di una caserma dei pompieri, di un cimitero appena fuori del centro abitato, di pompe funebri, di un quartiere a luci rosse. Tanto veloce fu il suo boom, tanto rapido fu il suo declino. Nel 1920 gli abitanti erano solo 120 e andarono progressivamente diminuendo. Un vero e proprio tracollo sviluppatosi parallelamente all’esaurirsi dei minerali delle miniere locali. Camminando oggi per le sue vie, si possono vedere luoghi incantati, fissati in una sorta di deperimento bloccato che si sta cercando di tutelare in tutti i modi. Impressionante è la quantità di oggetti originali mantenuti nella loro posizione originaria negli anni. Solo un esempio fra i tanti che si possono scoprire girovagando fra gli edifici: all’interno dell’emporio si vedono ancora bilancia, registratore di cassa, merce esposta. Che suggestione.
periodo consigliato: estate



 

per informazioni più dettagliate, consultare

martedì 2 ottobre 2012

Cultura > American Merchant Mariners' Memorial (USA, New York)


American Merchant Mariners' Memorial (USA, New York)

Camminando sul lungo mare a Lower Manhattan all’interno di Battery Park, proprio nel punto in cui si gode un panorama bellissimo verso la baia, la statua della Libertà ed Ellis Island, ci si imbatte in un memoriale unico nel suo genere. Mi ha impressionato molto e ha attirato immediatamente la mia attenzione. Dopo averlo guardato bene ho capito il perché. Spesso i memoriali sono solo cippi formali e quasi anonimi, con al centro una targa e niente più. Molto raramente invece i memoriali veicolano la commemorazione attraverso l’emotività di chi li guarda. In questo caso è così. Il monumento, dedicato ai marinai dispersi in mare, sorge su un frangiflutti in pietra, metà in acqua e metà fuori dall’acqua. La scultura bronzea rappresenta dei marinai che cercano di mettere in salvo un marinaio ancora in mare. Il fulcro della scultura e il punto su cui cade l’attenzione di chi la guarda sono tutti rivolti verso le due braccia tese. Riuscirà a mettersi in salvo? Ce la farà? Facciamo il tifo per lui e automaticamente pensiamo a tutti quelli che non ce l’hanno fatta. Marisol Escobar è l’artista che ha ideato questa scultura (pensata nel 1976, inaugurata nel 1991). Geniale, è riuscita a catturare un realismo vero ed inquietante, come tratto da una fotografia sbiadita, il tutto accentuato dal flusso e riflusso delle maree del porto. 
periodo consigliato: tutto l'anno


giovedì 27 settembre 2012

Natura > Gaislachersee (Austria, Sölden)

Gaislachersee (Austria, Sölden)

Al termine di una bella e impegnativa escursione a piedi da Sölden, rinomata località sciistica austriaca, fino alla vetta del monte che sovrasta il paese, il Gaislachkogel (3056 m), si apre un panorama meraviglioso sulle Alpi del Parco Naturale dell'Ötzal. Dalla piattaforma della cabinovia (ebbene sì, si può imbrogliare e non farsela a piedi!) si vede, appena sottostante, un delizioso laghetto alpino. Estremamente romantico e affascinante, è a forma di cuore. Consigliatissima la sosta sulle sue rive per un breve pic nic con pane e speck locali, se si affronta la discesa del monte dal versante meridionale.
periodo consigliato: estate